catamarano piu grande al mondo

Admiral: il maxi catamarano a vela tra i più grandi del mondo

Admiral maxi catamarano più grande del mondo : The Italian Sea Group, operatore globale della nautica di lusso, annuncia l’avvio della fase di progettazione esecutiva del catamarano a vela tra i più grandi al mondo.

Admiral maxi catamarano più grande del mondo: dimensioni

Il nuovo yacht Admiral dalle caratteristiche uniche avrà una lunghezza di 46,5 mt, l’eccezionale larghezza di 17,30 mt e un imponente albero di 50 mt, questo progetto all’avanguardia raggiungerà altissimi standard innovativi confermando la sua unicità.

Un ampio team di professionisti internazionali svilupperà questo entusiasmante progetto: Fraser Yacht si occuperà del Project Management mentre il design degli interni e degli esterni vedrà la firma di un importante studio internazionale rappresentato dagli Architetti e Designer navali Axel de Beaufort e Guillaume Verdier .

La vendita di questo “Gioiello del mare” rappresenta per The Italian Sea Group un ulteriore traguardo reso possibile dalla continua ricerca stilistica e tecnologica oltre che dalla professionalità dell’intero team.

Leggi anche:

The Italian Sea Group è operatore globale della nautica di lusso, attivo nella costruzione e refit di motoryacht e navi fino a 100 metri. L’azienda, che fa capo all’imprenditore italiano Giovanni Costantino, opera sul mercato con i brand Admiral, rinomato per i prestigiosi ed eleganti yacht e Tecnomar, conosciuto per la sportività, il design all’avanguardia e le alte performance dei suoi yacht.

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Caterina Di Iorgi

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Galileo 2. Il catamarano più grande del mondo

di Redazione abbanews · Pubblicato Settembre 8, 2021 · Aggiornato Agosto 31, 2023

Galileo 2 è un’iper yacht con le dimensioni di un villaggio che può essere trasformato in un porto dove attraccare le barche a vela. I progettisti, dello studio tedesco Beiderbeck Designs, l’hanno ideato per ridefinire i limiti di ciò che è fattibile nel settore nautico e per rispondere alle esigenze di mercato. Gli acquirenti, sostengono, sono stanchi di barche “sempre più grandi ma non innovative rispetto a quelle già esistenti”, desiderano “vedere e sperimentare luoghi remoti in modo flessibile, sostenibile e confortevole”.

È il catamarano più grande del mondo – anche se al momento il progetto è solo uno studio – come grande è il costo ipotizzato: 5 miliardi di euro.

Lungo 200 metri è dotato di una piscina di oltre 400 metri quadrati , un pontile d’attraggo di 80 metri di lunghezza , garage in grado di ospitare fino a 25 unità nautiche come barche a vela, motoscafi e simili, un’arena con tetto retrattile come retrattile è lo schermo cinematografico, un ospedale e un eliporto .

Può ospitare nel gran lusso fino a 38 persone e sono previsti 75 dipendenti. Attivato da un impianto geotermico al metanolo , quindi sostenibile, si ricarica sia quando è ancorato in alto mare sia in “posizionamento dinamico”, sostenibile anche il sistema energetico e dei rifiuti. Navigherà grazie a sistemi di propulsione e virata molto complessi e la sicurezza sarà garantita delle sue dimensioni: a prova di tempesta.

2 dubbi, però, gravano su Galileo 2: riuscirà a galleggiare e se sì in quanti sono i porti che potranno accogliere un simile gigante?

Immagine: Galileo 2, il catamarano più grande del mondo. Photos by Beiderbeck Designs

Etichette: Catamarano Galileo 2 nautica progetto

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Spectrum 52, il catamarano più grande del mondo… e non solo

La Sedlmayer ha presentato il progetto dello Spectrum 52, un catamarano a vela di 52 metri di lunghezza e 22,2 di larghezza. Il più grande catamarano al mondo… e con buone probabilità anche il più brutto.

spectrum-52-catamarano-01

Il ponte principale avrà una superfice prossima ai 1.000 metri quadrati. La superficie velica prevista sarà di 1.700 metri quadrati, che dovrebbero consentire al coso di raggiungere anche i 20 nodi in navigazione alle portanti.

Comments: 2

Maaaa….. E’ un portacontainer? Il famoso “cargo battente bandiera Liberiana” di verdoniana memoria? BAH!

francesco 😀 😀 😀

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Il catamarano a vela più grande del mondo è italiano: le caratteristiche di Artexplorer della Perini

Lungo 47 metri e alto 55 metri, Artexplorer è stato costruito in alluminio da Perini Navi nel 2023. Durante i primi due anni, sarà un museo galleggiante in viaggio nel Mar Mediterraneo.

Il catamarano a vela più grande del mondo si chiama Artexplorer , è lungo 47 metri e realizzato in alluminio. A costruirlo sono state Perini Navi e The Italian Sea Group nel 2023 . Durante i suoi primi due anni di operatività, sarà un museo galleggiante in viaggio nel Mar Mediterraneo e sensibilizzerà le persone riguardo al ruolo delle donne nell'arte .

Le caratteristiche del catamarano a vela più grande del mondo

Il catamarano a vela più grande del mondo è stato chiamato Artexplorer e ha una lunghezza pari a 47 metri , quasi la metà di un campo da calcio. La larghezza invece è pari a 17,3 metri , mentre l’albero, ovvero il “palo” a cui sono attaccate le vele principali, è alto 55 metri .

Il catamarano è un’imbarcazione composta normalmente da due scafi, uno affiancato all’altro, uniti da strutture trasversali al di sopra dell’acqua che prendono il nome di “ponte”. Artexplorer sarà dotato anche di motori elettrici che gli consentiranno di navigare anche in condizioni di vento troppo debole per l’utilizzo delle vele. Questi motori potranno utilizzare l’energia proveniente dalle batterie al litio installate a bordo con capacità pari a 270 kWh (poco più di 2 volte e mezza rispetto ad una Tesla Model S): questo permette di fare fino a 6 ore di navigazione a pieno carico, e queste saranno utilizzate per le manovre di ingresso e uscita dai porti ma anche per navigare nelle zone protette. Per la ricarica delle batterie sono stati installati anche 65 m 2 di pannelli solari sul tetto della deckhouse , ovvero su quei locali installati sopra la piattaforma di collegamento tra i due scafi. I motori elettrici possono anche essere alimentati da due generatori funzionanti a ciclo diesel modello Caterpillar C7 con potenza massima pari a 225 kW (poco più di 300 cavalli vapore).

Caratteristiche e storia dello yacht Bayesian della Perini Navi, la barca a vela affondata a Palermo

Il museo itinerante dell'artexplorer.

Il nome del catamarano deriva dal servizio che effettuerà durante i suoi primi due anni di utilizzo. Infatti, la deckhouse ospita un museo che, grazie alle rotte percorse dal catamarano, può essere definito un’ esibizione navigante . Il museo ospiterà l'esibizione immersiva dal titolo "Présentes", un'esperienza sensoriale ed educativa divisa in due parti. La prima consiste nell'esibizione immersiva vera e propria, sviluppata da vari artisti e pensatori, tra cui una curatrice del museo del Louvre, che riflette sulla vita di oggi nel bacino del Mar Mediterraneo. La seconda parte è invece un documentario della durata di 10 minuti riguardante la rappresentazione delle donne nelle arti e nelle culture dell'antico Mediterraneo, che partendo dalla Mesopotamia arriva fino al diciottesimo secolo.

Il suo viaggio è partito da Marsiglia e proseguirà fino al 2025 in tutto il mar Mediterraneo, toccando porti in Italia, Croazia, Albania, Montenegro, Grecia, Turchia, Cipro, Libano, Egitto, Malta, Tunisia, Algeria, Marocco, Spagna e Portogallo. Dopo i primi due anni in cui il catamarano affronterà questo particolare servizio, sarà disponibile per il noleggio. Il catamarano sarà visitabile a Venezia in occasione della Biennale d’Arte, tra il 17 e il 23 Aprile.

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Hemisphere 44m, doppio WOW!

Hemisphere, il più grande catamarano a vela del mondo, è stato disegnato da una coppia di esperti architetti navali, Marc Van Peteghem e Vincent Lauriot Prévost, e ha pregiati interni firmati Michael Leach Design. Pendennis ne ha portato a compimento la costruzione già avviata dal cantiere statunitense Derektor

testo di Maria Roberta Morso – foto di Jeff Brown & Bruce Thomas

Una navigazione lunga quella che ha portato Hemisphere dal tavolo da disegno al varo . Il suo armatore era da tempo alla ricerca dello yacht giusto per sé e la sua famiglia e, nel corso degli anni, aveva noleggiato numerose imbarcazioni, sia a vela che a motore, maturando una perfetta consapevolezza delle proprie esigenze in materia di barche. L’idea iniziale era quella di un catamarano attorno ai 35 metri e la scelta dei due progettisti della premiata ditta Van Peteghem Lauriot Prévost quasi obbligata, vista la loro pluriennale esperienza nella progettazione di catamarani (circa 240 dal 1984 a oggi!), da Bmw Oracle, vincitore dell’America’s Cup, a Douce France, 41 m, tanto per citarne un paio.

Un po’ di storia La costruzione di Hemisphere inizia negli Stati Uniti alla fine del 2005 con consegna prevista per il 2007, ma le difficoltà finanziarie del cantiere Derektor ne ritardano la realizzazione e spingono l’armatore a valutare il trasloco dei due grandi scafi in alluminio presso uno stabilimento che possa ultimare quello che, con i suoi 44 metri, sarebbe divenuto il più grande catamarano a vela del mondo. Infatti, in fase di elaborazione del progetto, è cresciuto, pur mantenendosi al di sotto delle 500 tonnellate di stazza. Il cantiere scelto per completare l’opera, dopo una lunga e accurata selezione, è il britannico Pendennis. Lo yacht viene trasportato a Falmouth, in Cornovaglia, nel 2009 e un paio d’anni dopo fa il suo debutto trionfale al Salone di Monaco. La lunga attesa e la pazienza dell’armatore sono state ampiamente ricompensate.

Il progetto Vediamo quali sono i cardini attorno ai quali i due progettisti hanno sviluppato l’impegnativo design : l’armatore, un appassionato subacqueo che ama organizzare escursioni di gruppo, chiede la presenza di un grande tender che possa portare contemporaneamente sul sito dell’immersione tutti i componenti della comitiva; il grande catamarano deve al contempo presentare linee eleganti e filanti. Inserire un grande tender in un contenitore dalle linee filanti non è un’impresa facile… Ecco quindi la necessità di aumentare le dimensioni generali del catamarano. La localizzazione ideale per il tender, dopo aver sviluppato varie simulazioni in 3D, è individuata nella sezione poppiera, laddove una struttura ad ali di gabbiano collega i due grandi scafi. Questa, sviluppata per risolvere problemi di ordine tecnico, si è rivelata adatta ad accogliere un tender di oltre 8 metri con i relativi sistemi di alaggio e varo. Due portelloni si aprono verso il basso, come quelli di un bombardiere, lasciando che la gru fornita da C-Quip faccia scendere in acqua, tra i due scafi, un capiente gommone Scorpion da 8,30 metri. Una soluzione ingegneristicamente complessa quella del garage sospeso, affidata agli esperti di Bmt Nigel Gee Ltd. Missione compiuta!

Gli interni Alla base di tutto c’era – e c’è – il desiderio della coppia armatoriale di avere un grande yacht da usare in totale relax con la famiglia e gli amici , lussuoso ma utilizzabile da chi fa vera vita di mare. Uno yacht per la famiglia, in primo luogo, ma anche adatto al noleggio. Da qui la scelta di avere superfici e materiali ricchi ma che non si sciupino alla prima goccia d’acqua e ambienti luminosi e rilassanti, con un tocco esotico che evochi sempre e comunque il viaggio e l’avventura. Incaricato dello sviluppo degli interni, lo studio Michael Leach Design ha lavorato a stretto contatto con gli armatori creando un’ambientazione sofisticata con materiali diversi e abbinati in maniera originale. L’armatrice, in particolare, ha accompagnato passo dopo passo l’ideazione degli interni, dando indicazioni precise ai designer. Grande cura è stata dedicata alla finitura e all’accostamento dei materiali usati che arricchiscono ed esaltano le essenze principali: noce, rovere e wengé. Quindici tipi di marmi e pietre, altrettante varietà di pelli, tra cui razza e coccodrillo, vestono ambienti pensati per esaltare il benessere e il piacere della vita sociale durante le lunghe navigazioni. L’apoteosi è lo smisurato salone panoramico (circa 100 mq) che accoglie diverse aree destinate alla conversazione e al gioco, ma anche angolini appartati per un momento di relax.

Film e videogame sono a disposizione degli appassionati nell’adiacente sala tv realizzata nello scafo di sinistra, un paio di gradini più in basso rispetto al salone. La sala da pranzo principale è nel pozzetto, nell’enorme pozzetto. Abitualmente gli ospiti amano pranzare e cenare all’aperto ma, all’occorrenza, l’area può essere chiusa con pannelli vetrati e climatizzata. Un’altra opzione per consumare i pasti in maniera più informale è offerta sul flybridge dove un raffinato tavolo ovale con il piano in vetro color acquamarina è decorato con una mappa del mondo. Verso quale paradiso facciamo rotta?

Gli ospiti dispongono di cinque cabine il cui arredamento è coerente per colori e materiali ma presentano soluzioni, disposizione interna e abbinamenti diversi cosicché non vi sono due alloggi uguali. A prua del salone, un piccolo disimpegno porta a una cabina ospiti nello scafo di sinistra e a due vip adiacenti che, all’occorrenza, possono essere unite dando vita a una enorme suite larga 16 metri con due bagni e un’area soggiorno/studio. Entrambe hanno accesso diretto all’esterno, a una terrazza attrezzata con divani da cui si può passare alle reti tese tra i due scafi e alle prue dotate di sedute panoramiche. Nella parte poppiera dello scafo di sinistra ci sono altre due cabine ospiti di cui una, quella dei nipoti dell’armatore, ha due letti gemelli più due letti pullman utilizzabili quando ci sono a bordo anche gli amici. Gli interni sono stati realizzati da Metrica, azienda tedesca rinomata per la qualità dei suoi allestimenti.

Lo scafo di destra è interamente dedicato a un equipaggio di otto/dieci membri e ai locali di servizio : ha tre cabine più una per il comandante, una comoda dinette e i locali lavanderia. Accessibile dall’esterno, questo scafo accoglie anche un’attrezzata cucina collegata al salone con una scaletta interna. I progettisti sono riusciti a incastrare in un razionale puzzle tutte le aree tecniche e i locali dove stivare attrezzature per le immersioni, windsurf, kayak, Seabob, sci d’acqua oltre al garage per il tender di servizio, un gommone Castoldi da 4,5 metri. Lo scafo di sinistra accoglie anche tutto l’equipaggiamento per i sub con un’incredibile quantità di pinne, mute e bombole, oltre a due compressori.

Dati tecnici Un albero alto 58 metri svetta al di sopra del flybridge panoramico, vero paradiso per gli amanti della tintarella, ma anche sede delle due timonerie esterne . Quella interna, con una comoda consolle dotata di monitor, comandi e tavolo da carteggio, è invece localizzata nel salone sul ponte principale. Le performance a vela non erano tra i requisiti chiave del progetto, ma i designer hanno curato anche questo aspetto prevedendo un rapporto tra le dimensioni della randa e quelle del fiocco simili a quelle utilizzate nei catamarani da regata. Nelle condizioni di vento ideali i 20 nodi sono assicurati, pur garantendo agli ospiti meno sportivi il desiderato comfort. La superficie velica con randa e fiocco è di 856 mq, mentre con il gennaker si arriva a un totale di 1.712 mq. L’albero è stato realizzato in carbonio, non presenta crocette e le sartie sono in kevlar.

La propulsione a motore è affidata a una coppia di Caterpillar C12 da 490 cv ciascuno e sempre Caterpillar sono i tre generatori con una capacità complessiva di 251 kW. Come barca appoggio, o ulteriore tender, Hemisphere dispone di un fisherman da 16 metri attrezzato per la pesca sportiva.

Al timone, consigliere e rappresentante dell’armatore durante tutto il periodo della costruzione di Hemisphere è Gavin Bladen , che questa estate sta veleggiando nei mari del Sud. Il catamarano, il cui noleggio è curato da Burgess, è disponibile nella seconda metà di agosto nella Polinesia Francese (dove rimarrà fino a metà del 2014) con tariffa settimanale da 245.000 dollari… ma sognare non costa nulla!

La scheda Costruttore Pendennis Shipyard Limited, The Docks Falmouth, Gran Bretagna [email protected] www.pendennis.com

Noleggio Burgess www.burgessyachts.com

Progetto: Van Peteghem Lauriot Prévost (architettura navale & design esterno) • Michael Leach Design (interior design & décor) • Bmt Nigel Gee (ingegneria strutturale)

Scafo: Lunghezza 44,2m • Larghezza 16,6m • Immersione 3,25m • Dislocamento 210 t • Gross Tonnage 499 GT • Materiale di costruzione alluminio • Posti letto 12 • Cabine 5 • Equipaggio 8/10 • Riserva acqua 10.000 l • Riserva carburante 28.000 l • Velocità di crociera a motore 11 nodi • Tender Scorpion 30’ • Castoldi Jet m 4,5 • Albero e boma Lorima • Winch Lewmar • Generatori 3 Caterpillar 249 kW

Motori: 2 Caterpillar C12 • Potenza 490 cv (366 kW) a 2300 giri/min • Cilindrata 12.000 cc • Alesaggio x corsa 130mm x 150mm

Certificazione: Bureau Veritas

(Hemisphere 44m, doppio WOW! – Barchemagazine.com – Agosto 2013)

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A Marina d’Arechi Art Explorer, il catamarano a vela più grande del mondo

• Barca a vela

È ormeggiato a Marina d’Arechi in questi giorni “Art Explorer”, il catamarano a vela più grande del mondo.

Un mix sorprendente di alta tecnologia, design innovativo e funzionalità nautica.

Realizzato da Perini Navi, Art Explorer ha una lunghezza di 47 metri, una larghezza eccezionale di 17,30 metri e un imponente piano velico totalmente in carbonio con albero di 55 metri.

Progettato dal team Armatore con Design di Axel de Beaufort e architettura navale di Axel de Beaufort e Guillaume Verdier, è gestita dall’Agenzia RYacht.

ART EXPLORER è un progetto all’avanguardia, un vero e proprio museo d’arte navigante, innovativo e sostenibile, grazie ai pannelli solari di ultima generazione installati sul tetto della deckhouse e ai filtri catalitici per l’abbattimento delle emissioni e del particolato di cui sono dotati i gas di scarico.

Tutte le manovre in e out in porto e in zone protette vengono realizzate in modalità full electric.

Le dimensioni e le caratteristiche dell’imbarcazione necessitano di caratteristiche di accoglienza e di assistenza all’ormeggio che solo pochi marina nel Mediterraneo sono in grado di fornire.

Marina d’Arechi si conferma quindi l’hub ideale per i superyacht, nazionali e internazionali, che scelgano di navigare nelle acque della Costiera amalfitana.

“Art Explorer è l’esempio di come la nautica possa essere simbolo di innovazione e sostenibilità” - ha commentato il Presidente di Marina d’Arechi Agostino Gallozzi - “Un progetto unico che mette al centro l’arte, la bellezza e la passione per la navigazione. Tutti valori a cui da sempre Marina d’Arechi si ispira”.

In questo mese sono già stati registrati a Marina d’Arechi oltre 80 approdi di navi da diporto superiori ai 30 metri, con un incremento del +5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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The Italian Sea Group costruirà il più grande catamarano del mondo

Al via progettazione esecutiva di uno yacht Admiral da 46 metri, largo 17. Il lavoro in mano allo studio Fraser Yacht, affiancato dagli architetti Axel de Beaufort e Guillaume Verdier

Il costruttore nautico del lusso The Italian Sea Group ha avviato la progettazione esecutiva del più grande catamarano a vela che sarà mai realizzato.

Uno yacht Admiral dalle caratteristiche uniche da costruire nello stabilimento di Marina di Carrara. Avrà una lunghezza di 46,5 metri, una larghezza di 17,30 e un imponente albero di 50 metri. Lo studio Fraser Yacht si occuperà del project management mentre il design degli interni e degli esterni vedrà la firma di un importante studio internazionale guidato dagli architetti e designer navali Axel de Beaufort e Guillaume Verdier.

«Questo progetto conferma la nostra attitudine a superare qualsiasi limite - commenta Giovanni Costantino, fondatore e  CEO di The Italian Sea Group – approcciando in tal modo anche al mondo della vela e aprendo a The Italian Sea Group ulteriori ed interessanti possibilità di crescita».

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Art Explorer, il catamarano più grande del mondo si trasforma in un vero Museo sull’acqua

• Laureando in Lingue, Letteratura e Giornalismo
• Redattore esperto di auto di lusso

Il mare diventa cultura con Art Explorer, il catamarano più grande del mondo che si trasforma in un vero museo sull'acqua.

Vivere di sola arte viaggiando sull’acqua, un sogno che adesso sta per diventare realtà, più o meno. Infatti, Art Explorer è il nuovo catamarano realizzato da Perini Navi , e ha deciso di seguire una rotta piuttosto particolare. Prima di tutto, però, la barca in questione non è un’ imbarcazione qualsiasi, e non parliamo solamente della sua “missione” di riscoprire i siti d’arte più interessanti e storici del Mediterraneo , accendendo i riflettori anche sulla cultura ambientalista , parlando addirittura di “consapevolezza”. Questa, infatti, è una barca speciale anche (e soprattutto) per le sue dimensioni. Ci troviamo di fronte al catamarano a vela più grande del mondo ? Sì, scopriamola allora e scopriamo anche il tragitto artistico che ha deciso di seguire…

A lezione di arte su Art Explorer, una barca speciale

Viaggiare sulle onde del mare è sicuramente una delle esperienze deluxe più piacevoli che ci sia. Si tratta di una visione completamente diversa dal solito del concetto di viaggio , di vacanza e di soggiorno. Non su ruote o rotaie, ma sul blu delle acque salate. Insomma, qui la terraferma diventa quasi superflua, un piccolo momento per staccare dall’ondeggiare della propria crociera , o del viaggio in catamarano in questo caso. Però, è possibile riuscire a sugellare alla perfezione l’esperienza in questione; e forse l’azienda di The Italian Sea Group , Perini Navi, ci è riuscita.

L’obiettivo è sicuramente quello di garantire una navigazione che tende alla perfezione, sia come soggiorno a bordo per i passeggeri, quindi bisogna includere ogni comfort della nave e qualsiasi aspetto che tenda a migliorare lo stesso viaggio per mare , sia per quanto riguarda invece le esperienze sulla terraferma. Una delle caratteristiche delle maggiori crociere, soprattutto quelle che durano per un tempo prolungato, è sicuramente quella di garantire ai propri passeggeri un momento per poter scendere dalla nave e riuscire così a scoprire, a piedi, i principali luoghi del posto. Ma forse esiste un modo differente per organizzare queste soste , ecco quale…

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Il piano del maxi catamarano a vela Art Explorer, quindi, è realizzare qualcosa di diverso; trasformando il viaggio in una vera e propria esperienza artistica , e i passeggeri in visitatori . Ed è così, che a bordo, prendono, o meglio ancora prenderanno, vita esposizioni virtuali, workshop e conferenze sul tema arte, appuntamenti che verranno organizzati sul flybridge della barca di Perini Navi. Inoltre, la parte interna centrale dello yacht sarà adibita a una effettiva galleria che, perlomeno all’inizio, sarà sfruttata per la mostra digitale dal titolo “Icons”, progetto gestito da Noëmi Daucé, curatrice di archeologia al Louvre Abu Dhabi con l’obiettivo di accendere i riflettori sulla rappresentazione delle donne nel Mediterraneo .

Inoltre, il catamarano Art Explorer offre ai suoi visitatori un’ esperienza sonora realizzata insieme a Ircam, residenze d’artista a bordo e soprattutto una mostra immersiva , questa resa possibile dall’eccezionale collaborazione con il museo del Louvre . L’ingresso per la visita alle mostre sarà gratuito , i visitatori saranno pregati di registrarsi giorni prima sull’apposita piattaforma online Art Explora Academy. Si tratta di un portale dedicato a corsi di storia dell’arte in francese e inglese , completi di video didattici nati dalla collaborazione con l’ Università Paris-Sorbonne .

A bordo della Art Explorer, poi, prenderà vita anche il Festival Art Explora , si tratta di un festival culturale itinerante (a ingresso libero) che viaggerà per tutto il Mediterraneo, e vedrà la collaborazione con le varie istituzioni locali. A ogni attracco, verrà allestito anche uno spazio espositivo nomade realizzato da Wilmotte & Associés Architectes.

Il progetto di Art Explorer durerà due anni , e in questo arco di tempo toccherà più di quindici porti del Mediterraneo; al termine di questo biennio la barca verrà infine trasformata in un’ imbarcazione per il charter .

Il più grande del mondo per un motivo ben preciso

Abbiamo presentato Art Explorer come il catamarano a vela più grande del mondo, e si tratta di un titolo che ha un “perché” ben preciso. La barca in questione, infatti, è lunga ben 47 metri (e già questo dettaglio vale il primato), è dotata di sei cabine in cui possono pernottare dodici persone, e può ospitare fino a 2.000 persone al giorno a bordo. Inoltre, parlando ancora di (e con) numeri, la larghezza della nave è pari a 17,30 metri, e troviamo anche un imponente piano velico totalmente in carbonio con albero di 55 metri.

Un progetto tanto ambizioso è stato reso possibile da Frédéric Jousset, che ha commissionato il catamarano in questione, e da Fraser Yacht si è occupata del Project Management mentre interior. Per la parte esterna, invece, la livrea della Art Explorer vede le firme degli architetti francesi Axel de Beaufort e Guillaume Verdier.

Si tratta, infine, anche di un progetto sostenibile. A bordo del catamarano di Perini Navi, infatti, trovano spazio 65mq di pannelli solari installati sul tetto della deckhouse, questi garantiscono una produzione istantanea di 12 kW, con un accumulo fino a 60 kW al giorno; un pacco batterie con   una capacità di accumulo di 270 kWh che permette una generazione elettrica a zero emissioni  per oltre 6 ore a pieno carico di bordo, e una notazione di  classe “green” .

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Il più grande catamarano a vela in alluminio del mondo è italiano

The Italian Sea Group presenterà al Monaco Yacht Show di fine settembre ArtExplorer, il più grande catamarano a vela in alluminio del mondo.

L’ Italian Sea Group ( TISG ), una delle più grandi aziende del settore nautico internazionale, ha varato il suo ultimo catamarano in alluminio da 46,5 metri , il più grande al mondo. Il suo nome è ArtExplorer .

Verrà presentato al prossimo Monaco Yacht Show

Lo yacht farà la sua prima apparizione pubblica al Monaco Yacht Show dal 27 al 30 settembre e, in quell’occasione, il flybridge ospiterà mostre virtuali, workshop e conferenze, mentre nel salone principale ci sarà una galleria d’arte.

L’ ArtExplorer è un’opera della Perini Navi , acquistata da TISG alla fine del 2021. Sia il design interno che quello esterno sono stati curati dall’architetto francese Axel de Beaufort , che ha tenuto conto della sostenibilità nel realizzare il progetto . Infatti, sulla tuga ha installato 65 metri quadrati di pannelli solari che possono produrre 12 kilowatt di potenza istantanea e 200 kilowatt di energia al giorno.

L’alimentazione dell’imbarcazione è garantita da batterie al litio che consentono la generazione di elettricità a emissioni zero per più di sei ore a pieno carico, con sistemi di scarico dotati di filtri che mirano anche a ridurre le emissioni e il particolato.

Manovrabile da una sola persona

Il catamarano è completamente automatizzato e può essere manovrato da una sola persona , navigando ad una velocità di 10 nodi anche in condizioni di vento debole. Può ospitare fino a 10 ospiti in 5 cabine.

Secondo Giovanni Costantino , fondatore e Amministratore Delegato di TISG , si tratta di un progetto innovativo, sia a livello tecnico che umano. “ Un lavoro che dimostra la nostra capacità di essere protagonisti anche nel segmento delle grandi velerie, nonché pionieri di soluzioni all’avanguardia volte a ridurre significativamente l’impatto ambientale degli yacht. Art Explorer è il risultato di continui investimenti nello studio e la ricerca di sistemi per ridurre le emissioni e contribuire a migliorare la qualità dell’aria e la salute dei nostri mari “.

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60 metri, il catamarano a vela più grande del mondo

HOME / Barche

Se sarà davvero costruito, per il momento non è certo. Anzi, i detrattori scommettono che quello disegnato dal progettista neozelandese Isaac Burrough sia destinato a rimanere solo un esercizio di progettazione piuttosto velleitario e niente più. Quello che è certo invece è che con i suoi 60 metri di lunghezza si tratta del più grande catamarano a vela del mondo mai ideato.

Dimensioni a parte, l’aspetto più innovativo del progetto risiede, oltre che nel design futuristico , nelle prestazioni a vela che sulla carta promette di esprimere.

“Fino ad ora, la maggior parte dei catamarani a vela di grandi dimensioni – ha spiegato Isaac Burrough – hanno puntato sulle prestazioni. Al contrario, questo mio nuovo progetto offre un ambiente dinamico, dove gli ospiti possono godere di un comfort eccezionale contando su prestazioni veliche di altissimo livello grazie alla superficie velica e alle carene molto potenti dei due scafi”.

Design insolito dicevamo, soprattutto per le ampie finestre che coprono la parte superiore dei due scafi e una porzione della parte superiore della sovrastruttura.  A poppa una grande piattaforma accoglie una piscina a sfioro e una cucina all’aperto . La luce del sole entra anche attraverso il fondo di vetro della vasca idromassaggio posta sulla terrazza solarium.

Sul ponte principale, lo spazio è diviso in due zone: a dritta, c’è una sala da pranzo, con un grande bar per la degustazione di vini e cocktail. D’altra parte, una spaziosa palestra e due saloni di forma ellittica. Sul ponte inferiore è stata realizzata una sala cinematografica 12 persone.

E 12 sono le persone  che questo grande catamarano può ospitare in cinque spaziose cabine . Due cabine Vip da 50 metri quadrati l’una sono collocate nella zona anteriore del ponte principale. Le ampie finestre lungo l’intera altezza della struttura creano una sensazione di apertura sull’esterno senza compromettere la privacy.

Nella parte posteriore, è stato creato uno spazio dedicato al benessere , con bagno turco, sauna, idromassaggio e sala massaggi. Lo scafo di dritta invece, accoglie un beach club e lo spazio per il ricovero di moto d’acqua e tutti gli accessori dedicati agli sport acquatici.

Questo nuovo progetto, se sarà mai realizzato, è destinato a diventare di gran lunga il catamarano a vela più grande del mondo. Attualmente il più grande catamarano da crociera è Vitalia 2, un multiscafo di 36.80 metri, ex Orange 2 e detentore di numerosi record. E forse, almeno per qualche tempo, continuerà e detenere il suo record.

Nico Caponetto

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La storia di Hemisphere, il più grande catamarano a vela del mondo

L'Hemisphere, un capolavoro dei catamarani di lusso, vanta 44 metri di comfort e design rivoluzionario firmato VPLP.

Q uando nel mondo della nautica a vela si parla di comfort di lusso, spesso ci si riferisce al mondo dei grandi catamarani da crociera, emblema perfetto di comfort totale e ambienti che ricordano quelli di una grande villa al mare.

Se c’è un catamarano che interpreta al 100% questi canoni quello è senza dubbio l’Hemisphere che, con i suoi 44 metri, oggi è il più grande catamarano a vela navigante al mondo.

Il progetto è delle archistar Marc Van Peteghem e Vincent Lauriot-Prévost, meglio noti come studio VPLP, che negli ultimi anni, insieme spesso a Guillaume Verdier, hanno rivoluzionato il mondo delle barche da regata oceaniche e non solo.

Lo studio VPLP poi è tra gli specialisti nel mondo dei multiscafi, una garanzia insomma per un progetto così complesso, la cui genesi, come vi racconteremo, non è stata del tutto semplice. Gli interni sono stati firmati da Michael Leach Design, mentre la costruzione è stata divisa tra i cantieri Pendennis e Derektor negli Stati Uniti, specializzati nella realizzazione di progetti custom come Hemisphere.

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Salerno, al Marina di Arechi il catamarano a vela più grande del mondo

Approda «art explorer», multiscafo di 47 metri: è un mix di alta tecnologia, con pannelli solari design innovativo.

Marina D’Arechi a Salerno è da record. Il mare al tramonto, la brezza d’estate, un catamarano tra i più grandi al mondo. Potrebbe sembrare il quadro di un pittore che sceglierebbe Salerno per interpretare a colori l’estate. Ma è la realtà di un successo targato città d’Arechi e firmato dall’imprenditore e presidente proprio di Marina d’Arechi, Agostino Gallozzi . E in quell’angolo tra le due costiere (quella amalfitana e quella cilentana) davanti allo specchio d’acqua salernitano è ormeggiato in questi giorni “ Art Explorer ”, il catamarano a vela più grande del mondo. Un mix sorprendente di alta tecnologia, design innovativo e funzionalità nautica. Uno scenario suggestivo che ha richiamato tanti curiosi, affascinati e appassionati del settore. Il catamarano – nello specifico - è stato realizzato da Perini Navi: Art Explorer ha una lunghezza di 47 metri, una larghezza eccezionale di 17 metri e 30 e un imponente piano velico totalmente in carbonio con albero di 55 metri. Progettato dal team Armatore con design di Axel de Beaufort e architettura navale di Axel de Beaufort e Guillaume Verdier, è gestito dall’agenzia Ryacht . Un progetto all’avanguardia – quello di Art Explorer - un vero e proprio museo d’arte navigante, innovativo e sostenibile, grazie ai pannelli solari di ultima generazione installati sul tetto della deckhouse e ai filtri catalitici per l’abbattimento delle emissioni e del particolato di cui sono dotati i gas di scarico. Tutte le manovre in e out in porto e in zone protette vengono realizzate in modalità full electric. Le dimensioni dell’imbarcazione necessitano di caratteristiche di accoglienza e di assistenza all’ormeggio che solo pochi porti nel Mediterraneo sono in grado di fornire. Ed è qui che si inserisce proprio il Marina d’Arechi, attracco singolare e unico, che si conferma quindi l’hub ideale per i superyacht, nazionali e internazionali, che scelgono di navigare nelle acque della costiera amalfitana e di godersi un tramonto e un’alba speciale nelle acque salernitane con Salerno che scala posizioni nella speciale classifica di chi sta facendo del turismo la stella polare da seguire. 

«Art Explorer è l’esempio di come la nautica possa essere simbolo di innovazione e sostenibilità - ha commentato il presidente di Marina d’Arechi Agostino Gallozzi - un progetto unico che mette al centro l’arte, la bellezza e la passione per la navigazione. Tutti valori a cui da sempre Marina d’Arechi si ispira».

Marina d’Arechi si conferma dunque meta privilegiata di armatori e comandanti che scelgono la Costiera Amalfitana e l’isola di Capri come meta estiva preferita. Ma anche di charter che la scelgono come base per le proprie crociere tra la costiera e il Cilento. Un luogo - dunque - che si candida a essere il più importante porto turistico del sud Europa, confermando un trend in crescita che già nel 2023 aveva posizionato Salerno tra le località più ricercate in termini di accoglienza nautica per imbarcazioni superiori ai 30 metri. 

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In Sicilia il catamarano a vela più grande del mondo

Il museo d’arte navigante ha fatto tappa al Marina di Riposto, ormeggiando per due giorni all’interno del porto turistico

Lungo 47 metri e largo 17, l’ Artexplorer è il catamarano a vela più grande del mondo e per due giorni ha fatto tappa al Marina di Riposto , ormeggiando all’interno del porto turistico internazionale dell’Etna come è possibile vedere dalle foto.

Artexplorer è stato costruito in alluminio da Perini Navi e The Italian Sea Group, e presenta un imponente piano velico totalmente in carbonio con l’albero, ovvero il “palo” a cui sono attaccate le vele principali, di 55m. Le dimensioni della barca richiedono strutture di accoglienza e assistenza all’ormeggio che pochi marina nel Mediterraneo possono offrire. 

Si tratta di un vero e proprio museo d’arte navigante : il flybridge è, infatti, adibito ad area per esposizioni virtuali, workshop e conferenze, mentre nella parte interna centrale vi è lo spazio per delle vere e proprie gallerie d’arte.

Un progetto all’avanguardia e un esempio di come la nautica possa essere al tempo stesso sostenibile e innovativa. 

Il catamarano a vela più grande del mondo sarà un vero e proprio museo itinerante

Art Explorer è il multiscafo di Perini Navi che per due anni porterà in giro per il mondo esperienze artistiche

Il progetto del catamarano Art Explorer è stato commissionato da Frédéric Jousset; Fraser Yacht si è occupata del Project Management mentre interior ed exterior design sono stati firmati dagli architetti francesi Axel de Beaufort e Guillaume Verdier. “Il design del catamarano si è ispirato molto alle mie esperienze in offshore”, racconta Axel de Beaufort, che prosegue: “Lavorando a stretto contatto con il mio caro amico e rinomato architetto navale Guillaume Verdier, abbiamo realizzato una barca che coniuga perfettamente performance e funzionalità. Il design degli interni dell'Art Explorer trasmette un'eleganza e una raffinatezza senza tempo, riflettendo l'essenza dell'eleganza. Ogni dettaglio è stato curato con massima attenzione per creare uno spazio lussuoso e accogliente che si integra perfettamente con la grandezza dello yacht”. Art Explorer ospita una mostra immersiva progettata con l'eccezionale collaborazione del Musée du Louvre , un'esperienza sonora sviluppata con Ircam e residenze d'artista a bordo.

Il flybridge del catamarano Art Explorer sarà adibito per le esposizioni virtuali, i workshop e le conferenze, mentre nella parte interna centrale dello yacht troverà spazio la galleria vera e propria che nella fase inaugurale ospiterà ‘Icons’, una mostra digitale sulla rappresentazione delle donne nel Mediterraneo gestita da Noëmi Daucé, curatrice di archeologia al Louvre Abu Dhabi.

L'ingresso alle mostre proposte sul catamarano Art Explorer sarà gratuito e i visitatori saranno incoraggiati a registrarsi in anticipo tramite Art Explora Academy, una nuova piattaforma digitale dedicata ai corsi di storia dell'arte in francese e inglese, con video didattici sviluppati in stretta collaborazione con l' Università Paris-Sorbonne . Al termine dei due anni di navigazione dedicata all’arte, il catamarano verrà utilizzato come barca per il charter.

Il catamarano Art Explorer è la barca-museo che ospiterà il Festival Art Explora , un festival culturale itinerante, ad accesso libero, sviluppato in collaborazione con le istituzioni locali del Mediterraneo per offrire esperienze culturali e artistiche uniche. Oltre la barca, il festival si svolgerà sulle banchine e nelle città ospitanti, con un programma che unisce mostre, realtà virtuale, spettacoli, conferenze, proiezioni di film, concerti, workshop, ecc., riunendo artisti, curatori di mostre, organizzazioni culturali, associazioni e istituzioni educative che immagineranno collettivamente una nuova visione del Mediterraneo.

Lo yacht sarà accompagnato da uno spazio espositivo nomade e innovativo, progettato da Wilmotte & Associés Architectes, che sarà allestito sulle banchine dei porti visitati. Per ridurre le emissioni, il catamarano, a bordo, vanta l'installazione di numerosi pannelli solari .

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Questo è il diamante più grande al mondo. Vale 2 miliardi di euro

Claudia Cervi

27 Agosto 2024 - 16:44

Il diamante più grande al mondo vale circa €2 miliardi ma una nuova scoperta in Botswana sfida questo primato. Tutte le novità sulle gemme più preziose al mondo.

Questo è il diamante più grande al mondo . Vale 2 miliardi di euro . Ma una nuova scoperta in Botswana potrebbe cambiare tutto.

Nel cuore dell’Africa, una straordinaria pietra preziosa è stata portata alla luce, sfidando il primato del diamante più costoso e affascinante mai trovato.

I diamanti, da sempre simboli di potere e ricchezza, continuano a stupire il mondo con la loro bellezza e il loro valore inestimabile. Oggi, tra antiche leggende e scoperte moderne, esploriamo il fascino intramontabile di queste gemme straordinarie e l’incredibile storia di una nuova gemma che potrebbe riscrivere i record mondiali.

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Il diamante più grande al mondo

Il diamante più grande mai scoperto, noto come Cullinan , è una gemma che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia. Trovato nel 1905 in Sudafrica, il Cullinan, al momento della sua scoperta, pesava un incredibile 3.106,75 carati , equivalenti a più di mezzo chilogrammo di pura bellezza cristallina.

Si stima che il suo valore complessivo superi i 2 miliardi di euro .

La sua scoperta fu un evento di portata mondiale, che attirò l’attenzione di appassionati e investitori di tutto il pianeta. Il diamante prese il nome da Sir Thomas Cullinan , proprietario della miniera in cui fu rinvenuto.

Dopo essere stato estratto, il Cullinan fu inviato a Londra, dove venne diviso in diverse gemme più piccole. La più grande di queste, il Cullinan I , noto anche come “Stella d’Africa”, pesa 530,20 carati ed è incastonata nello Scettro del Sovrano , parte dei gioielli della Corona britannica. Il valore di questo straordinario diamante è stimato intorno ai 400 milioni di dollari .

Tuttavia, la vera importanza del Cullinan non risiede solo nel suo valore monetario, ma anche nel suo ruolo come simbolo di potere e autorità all’interno della monarchia britannica. La sua purezza, combinata con la sua storia e le sue dimensioni, lo rendono un pezzo unico e inestimabile nel panorama mondiale delle gemme.

Il diamante da €10 miliardi

Nonostante sia più piccolo del Cullinan, il diamante Koh-i-Noor , il cui nome in persiano significa “Montagna di Luce”, è uno dei più famosi e leggendari diamanti al mondo. Questo straordinario gioiello, con i suoi 105,6 carati , è attualmente incastonato nella corona di re Carlo III , appartenuta prima di lui alla regina Elisabetta II, ed è custodito nella Torre di Londra insieme ad altri tesori reali.

Nonostante la sua bellezza innegabile, il Koh-i-Noor è avvolto da una storia travagliata e da un’aura di mistero. Ritrovato in India intorno al 1294, il diamante ha attraversato le mani di numerosi sovrani persiani e indiani prima di essere confiscato dalla Compagnia Britannica delle Indie Orientali nel 1850 . Da quel momento, il gioiello è divenuto parte del patrimonio della Corona britannica. Nonostante la sua storia complessa, il valore del Koh-i-Noor è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni.

Alcune stime recenti suggeriscono che il suo valore attuale possa raggiungere la cifra straordinaria di 10 miliardi di euro , rendendolo di fatto il diamante più costoso del mondo.

Tuttavia, il suo prezzo non deriva solo dalla purezza o dalla caratura, ma anche dalla sua storia e dal simbolismo che rappresenta.

I 10 diamanti più costosi al mondo

Scoperto il secondo diamante più grande al mondo

Recentemente, nel Botswana, è stato scoperto un nuovo diamante che ha rapidamente guadagnato fama a livello internazionale. Questa straordinaria pietra, con un peso di 2.492 carati , è diventata il secondo diamante grezzo più grande mai rinvenuto, dopo il Cullinan. La scoperta è avvenuta nella miniera di Karowe , situata nel nord-est del Botswana, e ha subito attirato l’attenzione di esperti e appassionati. La pietra è stata trovata dalla società canadese Lucara , che si è già fatta notare per la sua capacità di estrarre diamanti di dimensioni eccezionali grazie a una tecnologia innovativa ai raggi X .

Nonostante il diamante non sia ancora stato tagliato e il suo valore preciso sia ancora da determinare, le prime stime indicano che potrebbe valere centinaia di milioni di euro .

Questa scoperta rafforza la posizione del Botswana come uno dei principali produttori di diamanti al mondo e dimostra come, nonostante oltre un secolo di estrazioni, il sottosuolo africano continui a nascondere tesori inimmaginabili. La qualità della pietra e la tecnologia utilizzata per la sua estrazione saranno determinanti nel definire il suo valore finale, ma è chiaro che il diamante di Karowe è destinato a entrare nella storia come una delle più grandi e importanti scoperte gemmologiche del XXI secolo.

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Mousetrap è il più grande catamarano a vela in fibra di carbonio del mondo

21 luglio 2024.

Mousetrap, lungo 33 metri, un tempo orgoglio e gioia del co-fondatore di Logitech Daniel Borel, è stato messo in vendita da Fraser a un prezzo di 19,2 milioni di dollari (17,95 milioni di euro).

Mousetrap, un disegno d’autore

Il catamarano completamente personalizzato è stato progettato dallo studio di architettura navale francese Vplp Design e consegnato dal cantiere navale francese Jfa Yachts nel 2012. Il multiscafo è stato appositamente progettato e costruito per attraversare il mondo, con tecnologie di navigazione innovative come argani idraulici e un ampio gennaker che gli consente di condurre una crociera normale anche in condizioni difficili.

Dopo aver completato un viaggio intorno al mondo durato dieci anni, Mousetrap è stato sottoposto a un ampio restauro pluriennale dal 2021 al 2023. Il diktat del proprietario era di non risparmiare spese per riportarlo in condizioni pari al nuovo, con un equipaggio esperto e un significativo investimento di capitale che avrebbero aiutato il restyling. Il rinnovamento comprendeva nuovi macchinari, nuove vele, manutenzione dell’albero e delle manovre, nuovi ponti in teak, vernice fresca e rifinitura generale.

Mousetrap, il migliore al mondo

“Con eccezionali prestazioni di navigazione e dimensioni impressionanti Mousetrap si distingue come il miglior catamarano a vela di grandi dimensioni oggi disponibile”, afferma Fraser. Il catamarano ha un ampio layout a pianta aperta che piacerà anche agli armatori moderni. Con un innovativo arco in fibra di carbonio che sostiene l’albero, il salone principale è privo di montanti e paratie che altrimenti potrebbero interrompere il flusso. Ha anche un’ampia trave di 13 metri che si traduce in interni luminosi e ariosi con vista sull’oceano a 180 gradi.

Gli spazi interni ed esterni

Il ponte di poppa si estende su tutta la larghezza, creando un enorme spazio per pranzare e rilassarsi all’aperto. Una grande porta scorrevole conduce al salone principale, consentendo una vita interna ed esterna senza soluzione di continuità. Il salone principale è diviso in quattro sezioni che possono essere utilizzate per rilassarsi, cenare, lavorare e altro ancora.

Lo spazio dispone di un’elegante scrivania, un ampio bar centrale, un gigantesco divano avvolgente e un tavolo da pranzo formale per cene fantasiose. Il salone si estende fino al ponte di prua dove gli ospiti trovano una vasca idromassaggio personalizzata per sei persone, un lussuoso salotto e una scala nascosta per un facile accesso all’acqua.

Per quanto riguarda l’alloggio, Mousetrap può ospitare fino a nove ospiti in quattro cabine. Tutte dispongono di bagno privato, soffitti alti, ampi oblò e sistemi audiovisivi ad alta tecnologia. Non c’è da aspettarsi niente di meno da un magnate della tecnologia milionario.

Articolo di robbreport.com

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Published by Robb Report Italy under license from Robb Report Media, LLC, a subsidiary of Penske Media Corporation.

10 catamarani da 12 a 24 metri per non fermarsi mai

• Dicembre 18, 2016
• Un commento

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Tra pannelli solari, grandi capacità di carico e spazi interni trasformabili, questi catamarani hanno un’autonomia di navigazione impressionante. I francesi sono i leader, ma in tutto il mondo sta nascendo un movimento sempre più vivace

I dieci modelli scelti per voi, nautitech 46.

Fountaine Pajot Ipanema 58

Lagoon Seventy 7

Outremer 45

Privilege Serie 5

La nostra analisi

Sembra quasi banale dirlo, ma in una fascia di mercato così ampia come quella che andiamo ad analizzare, da 12 a 24 metri, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Eppure, fino a settembre di quest’anno, non avremmo mai alzato l’asticella fino a sfiorare gli ottanta piedi di lunghezza. A costringerci a farlo è stato il lancio del Lagoon Seventy7, il gigante firmato dal cantiere francese che, nonostante il grande tasso di personalizzazione, viene indicato come un modello lavorato quasi in serie.

SOLUZIONI PER LUNGHE NAVIGAZIONI Ci sono comunque diverse caratteristiche che accomunano praticamente tutti i modelli in questione, ovvero l’attenzione all’autonomia di navigazione. è infatti più precisamente nella fascia tra quattordici e diciotto metri che si concentrano la maggior parte degli esemplari scelti da chi si prepara a lunghe navigazioni. In particolare, le grandi aree di calpestio presenti consentono di montare una metratura di pannelli solari in grado di fornire una notevole quantità di energia agli impianti di bordo. E qualche modello monta persino sistemi di raccolta dell’acqua piovana… In pratica, se guardiamo alla totalità del mercato, c’è chi ha puntato sul lusso e chi a scelto di dare priorità alle performance, ma tutti hanno in comune questa voglia di non rientrare in porto.

DERIVA MOBILE Sì O NO? Eccola una delle principali, se non addirittura la principale, domande che ci si pone quando si supera una certa metratura (diciamo dai quattordici metri in su). Le differenze tra i cantieri che hanno scelto di puntare sulle performance e quelli che hanno prediletto la massima abitabilità aumentano : non stiamo parlando solamente della questione “derive mobili o fisse”, ma anche dei piani velici che diventano importanti. Rispetto a pochi anni fa, dal punto di vista tecnico si è lavorato molto sulla semplificazione delle manovre (ah, il benedetto easy sailing!) e su una maggiore concentrazione di pesi al centro, che ha permesso di realizzare modelli equilibrati, capaci di affrontare anche mari impegnativi.

LA SUPREMAZIA FRANCESE Pochi dubbi sul fatto che a farla da padroni nel mondo dei catamarani abitabili siano i nostri cugini d’Oltralpe. Lagoon , Fountaine Pajot e Nautitech , con il recente inserimento di Bali, sono i cantieri che si sono principalmente concentrati sul segmento dei “crocierosi”, dando la priorità allo sviluppo degli spazi e delle comodità. In particolare, tutti puntano su pozzetti interamente dedicati al relax, riparati da sovrastrutture che spesso accolgono i già citati pannelli solari. In più, l’abbattimento delle separazioni tra interno ed esterno hanno consentito di ottenere metrature calpestabili inimmaginabili persino su un catamarano di solo pochi anni fa. Sempre dalla Francia arrivano poi modelli come i Catana , ma anche Outremer (impossibile non citare la particolarità di avere la doppia timoneria, intesa come ruota e barra sullo stesso esemplare) e Privilège , che puntano invece maggiormente su prestazioni e marinità.

IL RESTO DEL MONDO La costante fetta di mercato che i catamarani stanno conquistando in tutto il mondo ha spinto diversi cantieri a puntare proprio su questo segmento. Arriva dalla Cina (ma ha un’anima in parte neozelandese) HH Catamarans , che sta lanciando sul mercato una serie di modelli da crociera particolarmente sportivi, pronti a battersi con i mitici Gunboat . A proposito, quest’ultimo cantiere, dopo alcune peripezie, è entrato a far parte del gruppo francese Grand Large Yachting e punta al rilancio a breve. Sono invece costruiti in Polonia i Sunreef , ma qui facciamo fatica a parlare di modelli di serie, perché il tasso di personalizzazione è altissimo e può essere più corretto definirli dei semicustom.

E L’ITALIA? C’è molta attesa per il varo, previsto a breve, del primo Ice Cat 61 di Ice Yachts, disegnato da Enrico Contreas, il papà dei cat italiani. Il suo carattere sportivo è facilmente percepibile dall’ampio uso del carbonio, che viene infuso con resina epossidica col sistema del sottovuoto per scafo, coperta e paratie, garantendo estrema rigidità strutturale e robustezza con il minimo peso. Tra le novità sviluppate dal cantiere ci sono un sistema innovativo per la scotta randa, senza i pesi legati alle soluzioni idrauliche attuali, e la propulsione ibrida.

1 commento su “10 catamarani da 12 a 24 metri per non fermarsi mai”

Buongiorno. Mi piacciono molto i catamarani. Alcune osservazioni personali . Noto che la potenza non è elevata; Credo che si possa averne di più per consentire maggiori velocità di crociera, magari sui 15 nodi. La prua dovrebbe essere rinforzata con alluminio o altro. Non so se sia garantita inaffondabilita’ . Forse bisognerebbe ridurre la tendenza al delfinaggio , magari modificando parte anteriore scafi. L ‘ autonomi

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Populous realizzerà lo stadio più grande al mondo pronto per i Mondiali 2030

Lo studio di architettura italo-inglese, Populous, realizzerà lo Stadio Hassan II di Casablanca, pronto a diventare lo stadio di calcio più capiente al mondo.

Danilo Supino

Data journalist

Data journalist specializzato in economia, Medio Oriente e analisi sportive senza dimenticare la Storia. Spiega la realtà con grafici, mappe e dataviz.

Lo studio di architettura e design Populous ha svelato i primi render del Grand Stade de Casablanca, denominato Stadio Hassan II. Lo studio italo-inglese si è aggiudicato la gara per la realizzazione di quello che sarà l’impianto calcistico più grande al mondo. Con una capienza di 115.000 posti , supererà il Rungrado May Day Stadium di Pyongyang, la capitale della Corea del Nord (114.000 spettatori).

Il progetto dello Stadio di Casablanca sarà realizzato in collaborazione con lo studio Oualalou+Choi, nato nel 2001 dall’unione di idee di Tarki Oualalou e Linna Choi. Lo studio, con doppia sede Casablanca-Parigi, è stato il firmatario del Centro Culturale del Marocco a Parigi e del Padiglione del Marocco all’Expo Dubai 2020.

Solo dall’unione delle peculiarità dei due studi poteva nascere un progetto come quello che verrà realizzato nella capitale marocchina, uno stadio che guarda alle particolarità e cultura della zona del Maghreb e allo stesso tempo tende ad una vocazione internazionale.

E da questo punto di vista lo studio Populous ha tutte le carte in regola. In 40 anni di esperienza nel settore dell’architettura ha realizzato ben 1.325 strutture sportive in 34 stati differenti per un valore totale di 23 miliardi di dollari.

Lo stadio più grande del mondo: l’Hassan II di Casablanca

L’ultimo di questi edifici è proprio il Grand Stade de Casablanca Hassan II, che sarà progettato e costruito per i Mondiali di Calcio del 2030 quando il Marocco sarà co-organizzatore dell’evento insieme a Spagna e Portogallo. Lo stadio nascerà ad El Mansouria a 38 km a nord di Casablanca, nella provincia di Benslimane, su una superficie di 1.000.000 mq.

Il progetto di Populus e Oualalou+Choi è stato scelto tra una rosa di grandi nomi perché riflette la necessità di presentare su un piano internazionale le caratteristiche locali marocchine e le sue tradizioni come il giardino o il Moussem (feste tribali del sud del Paese, che racchiudono usanze sufiche e commerciali). La struttura dello stadio sarà posta sotto un grande tetto a tenda che emerge da un contesto scenografico di piante e alberi.

Il campo da gioco sarà circondato da tribune capienti 29.500 spettatori ciascuna, alle quali si accede dall’ingresso principale. Inoltre, ci sarà un’hospitality area di 12.000 persone con spazi dedicati ai VVIP, VIP, box privaty e soprattutto la tribuna reale. Le 32 gradinate, che compongono le tribune, supportano la geometria della struttura, creando ingressi monumentali punteggiati da splendidi giardini posti a 28 metri d’altezza dal suolo.

Quali stadi ha realizzato Populous

In quarant’anni di attività, lo studio Populous ha realizzato 105 progetti calcistici, dei quali 8 sono Stadi Nazionali dedicati esclusivamente alle squadre della Nazionale (come il Wembley Stadium di Londra esclusivo per la nazionale inglese e le finali di coppa), mentre 18 sono stati palcoscenico delle partite di coppa del Mondo della Fifa.

Tra gli Stadi più famosi realizzati da Populous il già citato Wembley , con il restyling concluso nel 2007, e lo stadio Olimpico di Londra , entrambi utilizzati per le Olimpiadi del 2012. Sempre nella capitale inglese lo studio ha guidato il restyling dell’iconica Riverside Stand di Craven Cottage , storico stadio del Fulham, ma soprattutto ha progettato l’ Emirates Stadium dell’Arsenal, terminato nel 2006. A pochi chilometri di distanza hanno progettato il pluripremiato stadio del Tottenham Hotspur , terminato nel 2019.

Tutti i progetti dello studio sono caratterizzati da un nuovo concetto di stadio : un luogo dove l’intrattenimento non dura solo novanta minuti, limitandosi al solo ritorno economico del biglietto, ma l’utente vive una vera e propria esperienza di shopping, ristorazione e servizi per le famiglie. L’Emirates Stadium, ad esempio, ha portato nelle casse dell’Arsenal in media 90 milioni di sterline all’anno contro le 37,4 milioni di sterline  che portava a bilancio l’ex stadio dell’Highbury.

Gli stadi di Inter, Milan e Roma

Sport, famiglie, tempo libero, intrattenimento, servizi. Sono i cinque punti distintivi degli stadi, cosiddetti, di nuova concezione.

Lo studio Populous ha anche presentato al Comune di Milano e alle società di Inter e Milan il progetto per La Cattedrale di Milano , selezionato per sostituire il Giuseppe Meazza di San Siro. L’opera nelle sue forme avrebbe ripreso i tratti del Duomo e della Galleria, ma nonostante la vittoria del bando, lo stadio non verrà realizzato.

Dove, invece, ci sarà più probabilità di vedere uno stadio firmato Populous in Italia, sarà a Roma. Il Presidente dell’AS Roma, Ryan Friedkin, e l’amministratrice delegata Lina Souloukou hanno presentato il progetto al Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

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Lo stadio dell’AS Roma sorgerà a Pietralata e sarà caratterizzato da una valorizzazione architettonica della Curva Sud, tratto distintivo della tifoseria romanista, rendendo la curva la più grande d’Europa.

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Omsk: visitiamo questa città siberiana con una guida d’eccezione

Omsk. Fiume Irtysh, panorama mattutino con arcobaleno. Primo piano: Palazzo di K. A. Batiushkin (residenza dell’ammiraglio Aleksandr Kolchak nel 1919). 19 settembre 1999

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere dettagliate fotografie dai colori vividi (si veda la storia a fondo articolo). La sua visione della fotografia come forma di educazione e di divulgazione emerge con particolare chiarezza nelle sue immagini dei monumenti architettonici nei siti storici di tutta la Russia.

Jalutorovsk. Costruzione del ponte ferroviario sul fiume Tobol che porta a Omsk. Estate 1912

Nel giugno del 1912, Prokudin-Gorskij si avventurò nella Siberia occidentale nell’ambito di un incarico per documentare la via d’acqua Kama-Tobolsk, un collegamento tra il versante europeo e quello asiatico degli Urali. La città di Tjumen fece da punto di partenza per dei viaggi fruttuosi dal punto di vista fotografico, che tra le mete ebbero Shchadrinsk (fondata nel 1662 sul fiume Iset) e Jalutorovsk (sul fiume Tobol).

Le origini di Omsk

Omsk. Cattedrale cosacca di San Nicola, vista sud-ovest. 15 settembre 1999

Fondata nel 1659 presso un ex insediamento tataro, Jalutorovsk fu il luogo di costruzione di un imponente ponte ferroviario sul fiume Tobol, parte del nuovo collegamento ferroviario Tjumen-Omsk, inaugurato nell’ottobre 1913 sulla Transiberiana (prima di allora, la ferrovia per la Siberia passava per la città di Cheljabinsk, negli Urali meridionali).

Omsk. Cattedrale dell’Elevazione della Croce, vista sud. 15 settembre 1999

Sebbene Prokudin-Gorskij non si sia recato a Omsk, le sue fotografie di Jalutorovsk mostrano la realizzazione di un collegamento ferroviario cruciale per la “capitale” della Siberia occidentale. Io, invece, ho raggiunto Omsk alla fine dell’estate del 1999.

Cattedrale dell’Elevazione della Croce. Vista interna sud-est verso l’iconostasi. 15 settembre 1999

Omsk (popolazione attuale: circa 1.110.000 abitanti) fu fondata nel 1716 come fortezza sul corso medio del fiume Irtysh. Durante il XVIII secolo, il suo scopo principale era proteggere il confine meridionale della Russia e stabilire l’autorità sulle tribù autoctone della steppa. 

La crescente importanza regionale

Fortezza di Omsk. Porta di Tobolsk (costruita originariamente nel 1792): è l’unica delle porte storiche della fortezza di Omsk ad essere sopravvissuta. 15 settembre 1999

Sebbene amministrativamente subordinata a Tobolsk per tutto il XVIII secolo, Omsk acquisì un potere crescente nel XIX secolo. Dal 1808 al 1917, Omsk fu il quartier generale di tutte le truppe cosacche siberiane e, nel 1822, fu costituita una provincia di Omsk (Omskaja oblast) separata, che comprendeva anche molti territori che oggi sono in Kazakistan.

Quartier generale della Fortezza di Omsk (via Taube), costruito originariamente nel 1810 e modificato nel 1997. Edificio in mattoni rossi sulla destra (1915-17): Stato Maggiore del Distretto Militare di Omsk. 15 settembre 1999

Poco dopo, iniziò la costruzione della Cattedrale cosacca di San Nicola (1833-1840), su progetto del noto architetto russo Vasilij Stasov (1769-1848). La Cattedrale di San Nicola fu gravemente deturpata durante il periodo sovietico, ma ora è stata restaurata. È il luogo dove si trova una delle grandi reliquie della zona, lo stendardo di Ermak, il capo cosacco della fine del XVI secolo che per primo stabilì la presenza del Regno Russo in Siberia.

Edificio del Corpo dei cadetti siberiani (via Lenin 26), costruito negli anni Venti dell’Ottocento. Nel periodo prerivoluzionario, la strada era conosciuta come Chernavin Prospekt, dal nome di un popolare sindaco progressista. 15 settembre 1999

LEGGI ANCHE: Ecco a voi Ermak, l’eroe russo che con un manipolo di uomini conquistò la Siberia 

Nel 1865-1870, Omsk vide la costruzione di un’altra cattedrale, dedicata all’Elevazione della Croce. Anch’essa sopravvisse alle devastazioni degli anni Trenta e fu riaperta al culto nel novembre 1943. Oltre alle chiese ortodosse, Omsk ha moschee (l’amministrazione dell’Iman della Siberia si trova a Omsk), una notevole sinagoga in legno e una grande chiesa battista costruita nel 1907.      

La storia tetra di Omsk

Residenza del governatore generale della Siberia occidentale (via Lenin 23), costruita nel 1859-62 da Friedrich Wagner per il governatore Gustav Gasford. Ora è uno dei tre edifici del Museo d’Arte di Omsk. 18 settembre 1999

La presenza militare pervasiva di questa città ha legato Omsk al sistema dei campi di esilio in Siberia. Il più famoso degli esiliati della fortezza locale fu lo scrittore Fjodor Dostoevskij (1821-1881), condannato nel 1849 per aver frequentato gli intellettuali “radicali” di San Pietroburgo. Nel gennaio 1850, Dostoevskij arrivò sotto scorta nella fortezza di Omsk e, per la maggior parte dei tre anni (1850-54), visse la straziante esistenza di un detenuto condannato ai lavori forzati, che includevano lo scarico di chiatte sul fiume Irtysh. 

Edificio del commercio cittadino (via Lenin 3), costruito nel 1914 da Andrej Krjachkov. Ora edificio principale del Museo d’Arte di Omsk. 16 settembre 1999

Quando la sua salute crollò sotto lo sforzo fisico e psicologico, Dostoevskij fu ricoverato in ospedale sotto le cure di un medico comprensivo. Durante il soggiorno in infermeria, Dostoevskij iniziò a scrivere una delle sue opere fondamentali, “Memorie dalla casa dei morti”. Di quell’epoca sopravvivono ancora alcuni edifici, tra cui una delle porte della fortezza.

La rivoluzione della ferrovia

Edificio della Compagnia di Assicurazioni “Salamander”, via K. Liebknecht (ex Gasford) 3, costruito da Nikolaj Verevkin nel 1913-14. Ora uno dei tre edifici del Museo d’Arte di Omsk. 15 settembre 1999

Durante l’ultima parte del XIX secolo, Omsk iniziò un periodo di forte espansione, in quanto la città divenne un centro di trasporto per il vasto interno della Russia. Il servizio regolare di battelli a vapore lungo il fiume Irtysh fino a Tobolsk iniziò nel 1862.

Teatro Drammatico di Omsk, via Lenin 8A. 15 settembre 1999

Ma fu la ferrovia a fare di Omsk una città in espansione. Nel 1894-1895, Omsk fu collegata dalla ferrovia transiberiana a Cheljabinsk a ovest e a Novonikolaevsk (oggi Novosibirsk) a est. Nel 1913 fu completata un’altra linea ferroviaria, da Omsk a Tjumen, in quella che sarebbe diventata la nuova linea principale siberiana. All’inizio del XX secolo, la popolazione di Omsk era triplicata, superando i 60 mila abitanti.

Hotel “Rossija” (via Lenin 18). Costruito da Iliodor Khvorinov nel 1905-07; ampliato nel 1915. 15 settembre 1999

Questo sviluppo come nodo di trasporto portò a una crescita record del distretto commerciale della città. Quella che in precedenza era una città di guarnigione di provincia, composta principalmente da strutture in legno punteggiate da grandi chiese, divenne ora un sito di prima importanza per le banche, le istituzioni educative, l’industria e il commercio al dettaglio in Siberia. 

Un polo di attrazione internazionale

Edificio dei Fratelli Ovsiannikov-Ganshin & Figli (via Lenin 12), originariamente completato nel 1906 per un’importante azienda tessile. Ora sede dell’Accademia di Medicina di Omsk. 15 settembre 1999

Oltre alle filiali delle principali banche e aziende di Mosca e San Pietroburgo, Omsk ricevette investimenti da società degli Stati Uniti, della Germania e della Gran Bretagna. La parte centrale di Omsk aveva edifici il cui design rivaleggiava con il quartiere degli affari di Mosca. Molti dei nuovi progetti commerciali furono costruiti in stili derivati dal Rinascimento fiorentino.

Banca Russo-Asiatica (via Gagarin 34), costruita nel 1915-17 da Fjodor Chernomorchenko. Ora Municipio di Omsk. 16 settembre 1999

Anche le istituzioni culturali presero piede. Nel 1901-05 fu costruito un grande teatro in stile Beaux-Arts, progettato dall’architetto Iliodor Khvorinov (1835-1914). Il teatro è ancora in piedi ed è un oggetto di orgoglio cittadino. Anche varie case in legno con dettagli decorativi abbelliscono la città, ma il loro numero è costantemente diminuito sotto la pressione dello sviluppo urbano e della manutenzione inadeguata.

L’epoca sovietica

Edificio “Treugolnik” (ossia: “Triangolo”; Russian-American Rubber Co.), via K. Liebknecht (già Gasford) 4, costruito da Nikolaj Verevkin nel 1914-15. 15 settembre 1999

Durante la Prima Guerra Mondiale, Omsk, allora situata in posizione strategica, crebbe ulteriormente e, nel 1917, la città aveva raggiunto i 100 mila abitanti. In seguito alla Rivoluzione d’Ottobre , il potere bolscevico fu proclamato quasi immediatamente a Omsk, ma, dato lo scarso sostegno locale, i bolscevichi furono cacciati dalla città nel giugno 1918. 

Amministrazione ferroviaria di Omsk (via Karl Marx 35), sede centrale della Transiberiana occidentale. Costruita nel 1914-16 da Fjodor Lidval. 18 settembre 1999

Le forze di opposizione ai bolscevichi erano molto divise e, nel novembre 1918, un colpo di stato militare insediò una dittatura guidata dall’ammiraglio Aleksandr Kolchak (1874-1920), rinomato esploratore polare e abile comandante navale, ma incapace di gestire il caos della Guerra civile russa (il palazzo dove Kolchak aveva il suo quartier generale è un importante monumento cittadino).

Sinagoga di Omsk (via Maresciallo Zhukov 53). Conosciuta come “Sinagoga dei soldati”, costruita nel 1855. 18 settembre 1999

LEGGI ANCHE: Aleksandr Kolchak, storia dell’unico “Comandante supremo della Russia” 

Per quasi un anno, Omsk fu considerata la “capitale” delle forze bianche nella Guerra civile russa. Nel novembre 1919, le forze di Kolchak furono cacciate da Omsk. Nel 1921, Omsk divenne uno dei centri dell’Agenzia americana di soccorso durante la terribile carestia che afflisse vasti territori nel bacino del Volga.

Moschea Hodja Akhmed (via Maresciallo Zhukov 97). 18 settembre 1999

Con l’economia distrutta e la campagna che si stava ancora riprendendo dalla carestia, Omsk lottò per tutti gli anni Venti e raggiunse una nuova crescita industriale negli anni Trenta. Come molte città siberiane, si espanse rapidamente durante la Seconda guerra mondiale come rifugio per gli sfollati e come centro di trasporto e produzione.

Gli ultimi anni

Casa di Philip Shtumfp (via Valikhanov 10), costruita all’inizio del XX secolo per un importante agronomo, imprenditore e attivista civico. 19 settembre 1999

Lo sviluppo del complesso militare-industriale della città continuò nel dopoguerra e, alla fine degli anni Settanta la popolazione superò il milione di abitanti, un traguardo di grande importanza. Omsk divenne anche un centro dell’industria del petrolio e del gas.

Stazione fluviale di Omsk e hotel “Majak”. Eccellente esempio di “architettura neocostruttivista”, edificato sul sito della fortezza originale di Omsk nel 1958-64 dall’architetto leningradese Timofej Sadovskij. 15 settembre 1999

Le principali istituzioni culturali della città includono un’importante università statale, fondata nel 1974 e, dal 2004, intitolata a Fjodor Dostoevskij. Omsk possiede anche una delle più grandi biblioteche regionali della Siberia e un importante museo d’arte, intitolato al pittore Mikhail Vrubel , nativo di Omsk, che ora occupa tre edifici simbolo nel centro della città.

Biblioteca regionale di Omsk. Costruita nel 1986-95 dagli architetti di Omsk Galina Naritsina e Jurij Zakharov. 18 settembre 1999

Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.

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Le Più Grandi Città Della Siberia

Autore: Percy Moreno | Ultimo Aggiornamento: Gennaio 2024

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La Siberia è una vasta regione geografica che rappresenta il 77% della superficie della Russia e il 27% della sua popolazione. La Siberia, che è anche conosciuta come Asia del Nord, è stata una parte della nazione della Russia dal 17esimo secolo. Il territorio siberiano si estende dagli Urali alla faglia di drenaggio tra l'Oceano Artico e Pacifico. La regione si estende anche dall'Oceano Artico alle colline centro-settentrionali del Kazakistan per includere i confini nazionali sia della Cina che della Mongolia. La Siberia ha un'area di miglia quadrate 5,100,000 ed è abitata da circa 40 milioni di abitanti. Con circa abitanti 7.8 per miglio quadrato, la Siberia è una delle regioni più scarsamente popolate del mondo.

Le più grandi città siberiane

Delle più grandi città 12 in Siberia, Novosibirsk è in cima alla lista con quasi 1.5 milioni di abitanti mentre Tomsk è in fondo alla lista con poco più di mezzo milione di abitanti secondo il censimento 2010. Solo le prime tre città sopra citate comprendono un milione e più di abitanti, mentre metà della lista è composta da città con mezzo milione di persone. Le altre grandi città della Siberia includono Krasnoyarsk, Barnaul, Vladivostok, Irkutsk, Tyumen, Khabarovsk, Novokuznetsk e Kemerovo. Di seguito sono elencate le prime tre città principali in Siberia per quanto riguarda la popolazione.

Novosibirsk

Con una popolazione di 1,473,754 secondo il censimento 2010, Novosibirsk è la più grande città della Siberia. Novosibirsk è la terza città per numero di abitanti in Russia dopo Mosca e San Pietroburgo. La città è il centro amministrativo del Distretto Federale Siberiano e dell'Oblast di Novosibirsk ("oblast" è un nome dato ad una regione amministrativa in Russia). Novosibirsk è situata sulle sponde del fiume Ob, vicino alla valle del fiume Ob nella regione sud-occidentale della Siberia. La città è anche vicino a un grande serbatoio d'acqua creato dalla diga che supporta la centrale idroelettrica di Novosibirsk. Novosibirsk copre un'area di miglia quadrate 193.9 ed è divisa in dieci distretti. Novosibirsk è stata fondata in 1893 e ha raggiunto lo status di città in gennaio 10, 1904.

Situato nella regione sud-occidentale della Siberia a circa 1,389 miglia dalla città di Mosca è Omsk il centro amministrativo di Omsk Oblast, in Russia. Omsk ha una popolazione di abitanti 1,154,116 che la rendono la seconda città più grande della Siberia, dietro solo a Novosibirsk. A livello nazionale, Omsk è la settima città per dimensione. Omsk è stata fondata in agosto 2, 1716, ma ha ottenuto lo status di città in 1782.

Chelyabinsk

Chelyabinsk è la terza città più grande della Siberia dietro Novosibirsk e Omsk con abitanti 1,130,132 secondo il censimento 2010. La città si trova al confine tra Europa e Asia a circa 130 miglia a sud di Ekaterinburg, sul fiume Miass a est degli Urali. La città è anche il centro amministrativo di Chelyabinsk Oblast, in Russia. Chelyabinsk è stata fondata in 1736 e ha ottenuto lo status di città in 1787.

Una breve storia delle città della Siberia

La maggior parte delle città della Siberia ha iniziato ad apparire come conseguenza dei decreti dei tsar russi. Le città che sono state stabilite in luoghi con vantaggiose caratteristiche dell'industria, del commercio e della difesa hanno cominciato a prosperare. La crescita delle città in Siberia è stata attribuita alla popolazione ed è stata sostenuta principalmente da fattori economici.

Le più grandi città della Siberia

Autore: Percy Moreno

Percy Moreno è un giornalista di 56 anni. Specialista di zombi pluripremiato. Studioso televisivo. Geek di viaggio. Organizzatore. Drogato di pancetta. Sostenitore dell'alcool.

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